Due tipi di interventi consentono di ridurre l’eccessiva esposizione delle gengive superiori
Pezzo estrapolato dal magazine “Ok Salute e Benessere” di Chiara Caretoni
C’è chi si copre la bocca con la mano, chi accenna un sorriso senza mai aprire le labbra e chi si guarda bene dal ridere a crepapelle in pubblico. Spesso però a causare disagio e imbarazzo di fronte ad una macchina fotografica o a una battuta di spirito non sono denti disallineati o sporgenti, né la presenza di un diastema, cioè lo spazio tra i due incisivi superiori, ma il cosiddetto gummy smile.
Il termine, di per sé, non dice molto, specialmente se non si mastica bene l’inglese e non si appartinee alla categoria degli addetti ai lavori. Per capire di cosa si tratta basta fare un tuffo nel passato, quando l’indimenticato Alberto Sordi porta sul grande schermo Guglielmo il Dentone, uno dei personaggi più famosi e azzeccati. Nel film “I complessi” un uomo partecipa a un concorso per diventare il nuovo volto del telegiornale. Sebbene l’individuo mostri un’ottima preparazione sfoggia tuttavia un difetto estetico che gioca a suo sfavore: un sorriso caratterizzato da denti molto pronunciati e da gengive superiori estremamente evidente e marcate.
Un problema psicologico
Il gummy smile è proprio “un’eccessiva esposizione della gengiva dell’arcata superiore nel momento in cui si ridi o si sorride”, chiarisce Tito Marianetti, chirurgo estetico maxillo facciale. “Generalmente quando il nostro viso assume espressioni divertite, la bocca si apre radiosa e il tessuto molle che sovrasta la dentatura da capolino di uno-due millimetri al massimo. In alcune persone, però, la gengiva fuoriesce di molto e talvolta raggiunge (o supera) addirittura il centimetro, causano vergogna e insicurezza in chi ha questo sorriso ‘cavallino’”.
Nonostante sia considerato perlopiù un inestetismo, che può compromettere la serenità di qualcuno, il gummy smile è un disturbo che può anche nascondere delle malformazioni dento-scheletriche sottostanti.
“Nella maggior parte dei casi, infatti, questo sorriso gengivale è casuato da un ipersviluppo verticale del mascellare superiore. Questo difetto è detto anche sindrome long-face, per cui l’osso cresce verso il basso e si trascina dietro anche la gengiva, che si estende a talpunto da comparire in maniera eccessiva durante l’apertura della bocca”.
Questa anomalia è dovuta a un’alterazione del complesso maxillo-mandibolare, che può insorgere in seguito ad alcuni disturbi respiratori presenti nella prima infanzia. “Se nei primi anni di vita un bambino respira male con il naso, i tessuti e le strutture di quella parte del corpo sono soggetti a trasformazioni, che possono poi avere delle ripercussioni sull’estetica futura. Piano piano il palato diventa ogivale, il mascellare cresce troppo verticalmente, il mento si fa sfuggente, spesso i denti assumono dimensioni importanti e la gengiva spunta eccessivamente”.
Alcuni farmaci possono essere responsabili
Oltre a un eccesso di osso, all’origine di questo problema ci può essere anche un’ipertrofia del tessuto molle stesso. In alcuni la gengiva tende a ricoprire i denti più del normale semplicemente perché è aumentato di volume a causa di una gengivite. Questo processo infiammatorio può dipendere da un accumulo di placca batterica, dall’assunzione di alcuni farmaci, come gli antiepilettici, gli immunosoppressori o gli antipertensivi, o da variazioni ormonali. Infine, il sorriso gengivale può anche essere causato dall’iperattività del muscolo elevatore, posizionato tra la bocca e il naso. Esso solleva eccessivamente il labbro superiore durante una sana risata, scoprendo il tessuto molle e rosaceo sottostante.
Utile una TAC tridimensionale
Se da semplice inestetismo che rende meno piacevole il sorriso, il gummy smile diventa motivo di disagio interiore, ci si può rivolgere a uno specialista per porre rimedio al problema. “Di solito chi arriva a consultare il chirurgo maxillo facciale, lamenta una disarmonia del terzo inferiore del viso, cioè la parte bassa del volto, caratterizzata proprio da una sovra-esposizione gengivale”, racconta Marianetti. Il medico, dopo un’attenta analisi clinica, può procedere con un’indagine cefalometrica estetica e una tac tridimensionale che valutano i rapporti scheletrici dentali e tissutali e li mettono a confronto con misurazioni di riferimento.
Questa procedura consente allo specialista di individuare le criticità presenti in quel particolare complesso maxillo-mandibolare. In aggiunta, di conoscere con certezza di quanto eccede il mascellare superiore e di mettere a punto il trattamento migliore anche sulla base della causa che ha dato origine al distubo.
Laser a diodi in anestesia locale
Se a provocare il gummy smile è un’eccessiva crescita del tessuto molle, causata dall’assunzione di farmaci antiepilettici, immunosoppressori e antipertensivi, e il disturbo perdura a lungo anche dopo la loro sospensione, è suggeribile una gengivoplastica. “Si tratta di un’operazione che permette di rimodellare l’intera parabola gengivale, attraverso l’utilizzo di un laser a diodi che rimuove le parti in eccesso e sigilla immediatamente la ferita. La procedura arresta subito il sanguinamento e riduce di gran lunga i tempi di guarigione” spiega il chirurgo. Questo piccolo intervento ambulatoriale, eseguito in anestesia locale, consente di accorciare la gengiva, ricreare la festonatura naturale e migliorare la linea del sorriso.
La riduzione dell’osso mandibolare
Se, al contrario, il sorriso “cavallino” è dato da uno sviluppo atipico del mascellare superiore, è indicata la correzione chirurgica di questa alterazione scheletrica. “Ipotizziamo che l’osso presenti 5 millimetri in più del normale, con altrettanta sovra-esposizione gengivale, a questo punto il chirurgo esegue in anestesia generale un’osteotomia di Le Fort I. Questa è un’incisione orizzontale che passa al di sopra dell’arcata dentale e sotto la piramide nasale e permette di rimuovere l’osso in eccesso. Il mascellare rimasto viene fatto riadagiare sull’osso restante e poi stabilizzato con placche in viti in titanio che dovranno essere tenute per tutta la vita”, avverte Marianetti.
La stabilizzazione avviene nella parte interna e perciò invisibile. Tuttavia, eliminando una “fetta” di mascellare la mandibola non è più allineata con la parte superiore, causando automaticamente una malocclusione dentale. “Per questo motivo, quando si opta per un intervento di chirurgia ortognatica di questo tipo, si va a lavorare anche sulla mandibola, in modo che l’apertura e la chiusura della bocca siano ripristinate correttamente”.
L’intervento: la chirurgia ortognatica
Questa operazione, che dura all’incirca tre ore e prevede una degenza di un paio di notti, è decisamente meno invasiva, anche grazie alle strumentazioni sofisticatissime degli ultimi anni. “Il dolore post-operatorie è minimo, il gonfiore scompare dopo un mesetto e la persona può riprendere le proprie attività già nel giro di una settimana”. “Ovviamente, poiché il mascellare e la mandibola sono rimasti immobilizzati per molto tempo e hanno subito una correzione intensiva, bisogna attendere la stabilizzazione e la guarigione dell’osso prima di tornare ad alimentarsi normalmente. Per i primi 40 giorni, quindi, si consiglia di seguire prevalentemente una dieta liquida, composta da minestroni, zuppe, frullati, centrifugati, yogurt. In seguito si può ripristinare la masticazione totale dopo circa due mesi dall’intervento”.
Infine, nel caso in cui il labbro superiore fosse tirato verso l’alto in maniera anomala del muscolo elevatore del setto nasale, la tossina botulinica potrebbe essere d’aiuto. “Iniettando cinque o dieci unità di questa sostanza a livello del muscolo, il labbro tende a scendere”, spiega Marianetti. “Purtroppo, come in altri casi nei quali si ricorre all’uso del botulino, l’effetto finale è quello di un’immobilità innaturale che copre il tessuto gengivale in eccesso ma dà luogo a un sorriso altrettanto sgradevole e artefatto”, conclude il chirurgo.
Le vostre domande:
Che cos’è il gummy smile o sorriso gengivale?
Quando gran parte delle gengive della mascella superiore sono esposte quando si sorride, questo tipo di sorriso è chiamato “gummy smile”. Termine inglese a causa del fatto che quando viene esposta così tanta gengiva, il sorriso sembra gomma da cancellare.
Quali sono le cause del sorriso gengivale?
Le principali cause di un sorriso gengivale sono le seguenti:
Labbro corto: quando si sorride, non è abbastanza largo da coprire le gengive in modo che siano esposte. Labbro iperattivo o ipertonico: quando si sorride, il labbro si allunga molto a causa dei muscoli elevatori coinvolti e della gengiva.
Denti: ci sono casi in cui i denti sono (o sembrano) troppo lunghi e coprono quasi completamente quelli inferiori. In questo caso si parla di “morso profondo” ed è molto facile trovare un sorriso gengivale per via dell’altezza dei denti e le gengive rimangono più basse di quanto dovrebbero. Quando si sorride gli incisivi superiori e gran parte della gengiva superiore sono esposti.
Gengive: quando sono lunghe, è comune che sorridendo, anche poco, venga esposta troppa gengiva. Stesso discorso per quando i denti non sono completamente spuntati e quindi il rapporto dente-gengiva si altera e compare il Gummy Smile. (Esistono alcuni farmaci come gli antidepressivi e gli antiepilettici che causano l’ipertrofia gengivale e possono essere associati a un sorriso gengivale.)
Come diagnosticare un sorriso gengivale?
Quando si parla di un sorriso gengivale, è fondamentale che sia il dentista o il chirurgo maxillo facciale a rilevare il problema e a riconoscere dove sia la causa di questa mancanza di estetica. Molte volte la collaborazione tra dentista, ortodontista e maxillo facciale è molto utile affinché il trattamento venga valutato complessivamente. E’ utile considerare le labbra, i denti, le mascelle, le gengive e agire in modo tale che tutto questo insieme possa offrire il miglior sorriso per ogni paziente. Il nostro team in questo senso, può aiutarvi garantendovi una visione/risoluzione complessiva del problema.
Come correggere definitivamente il sorriso gengivale?
Possono essere applicati i seguenti trattamenti:
Trattamento ortodontico (non chirurgico). Oggi l’ortodonzia si estende a tutte le età. Non è raro trattare il sorriso gengivale con l’ortodonzia in pazienti adulti, ottenendo risultati estetici e funzionali molto soddisfacenti. Gli apparecchi fissi o mobili possono essere utilizzati per intrusione nei denti e con questi vengono spostati anche l’osso e le gengive.
Trattamento chirurgico: nei casi in cui sono presenti più di 8-10 mm di gengiva che ricoprono i denti, è necessario rimuovere il tessuto gengivale.
Quando il problema è prettamente gengivale si effettua una rimozione chirurgica di una piccola porzione della gengiva, attraverso un intervento mini-invasivo in anestesia locale. Quando il problema è osseo e riguarda quindi il mascellare superiore (che risulta più lungo rispetto a quello inferiore) sarà invece necessario effettuare un intervento con osteotomia Lefort di accorciamento.
Trattamenti di chirurgia estetica (botulino): la tossina botulinica viene iniettata a livello della radice del naso in modo che agisca sul muscolo labiale (orbicolare) in modo che si rilassi. In questo modo, i muscoli elevatori perdono la propria forza e non possono sollevare completamente il labbro superiore. Questa tecnica può essere combinata con la chirurgia gengivale. Questo trattamento è efficace ma è di natura temporanea con una durata di circa 6 mesi.
Quali fattori considerare per la correzione del sorriso gengivale?
Per determinare la linea del sorriso più adatta per ogni paziente, devono essere presi in considerazione diversi fattori:
La forma e la dimensione delle labbra.
Muscoli facciali.
La forma e la dimensione dei denti.
Tessuto gengivale.
Per una linea del sorriso più attraente, il tessuto gengivale visibile deve avere contorni equilibrati che completino il labbro superiore.
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