Apnee ostruttive del sonno: quando il problema è di natura dentoscheletrica

Apnee Ostruttive del sonno: spesso un comune problema può nascondere un problema di posizionamento scorretta della mandibola e della mascella.

La sindrome delle apnee ostruttive notturne è un disturbo abbastanza diffuso, nel quale le vie respiratorie collassano o si ostruiscono durante il sonno, rallentando o interrompendo la respirazione.

Durante il sonno i muscoli del collo si rilassano e le vie respiratorie si restringono. In condizioni normali il restringimento non impedisce all’aria di entrare e uscire dai polmoni tuttavia, se si soffre di apnea nel sonno, le vie respiratorie possono rimanere ostruite generando delle ripetute pause respiratorie intervallate da un forte russamento.

Se le vie respiratorie sono bloccate in tutto o in parte durante il sonno, i polmoni non ricevono una quantità sufficiente di aria. Questo porta ad un inevitabile abbassamento del livello di ossigeno nel sangue con conseguente rilascio eccessivo di ormoni dello stress. Questi ormoni comportano un aumento della frequenza cardiaca con rischio di ipertensione, infarto, ictus e aritmie.

Se l’apnea nel sonno non viene curata può causare alterazioni del metabolismo e far aumentare il rischio di obesità e diabete.

Apnee Ostruttive del sonno: le soluzioni chirurgiche.

Una delle cause che può generare le apnee ostruttive deriva dalla malformazione ossea della testa e del collo che può quindi generare un restringimento eccessivo delle vie respiratorie. In questo caso, quando il problema risulta direttamente connesso ad una malformazione dentoscheletrica del volto, è necessario intervenire chirurgicamente.

L’intervento chirurgico, atto al ripristino delle vie respiratorie, può riguardare il naso e il palato nelle forme più lievi, oppure le ossa mascellari nelle forme più gravi.

Nel caso in cui il problema sia di natura severa, la chirurgia ortognatica rappresenta oggi una valida soluzione con percentuali di successo intorno al 95%. Questo tipo di intervento consiste in un avanzamento del mascellare superiore e della mandibola di circa 10 mm. L’intervento prevede la mobilizzazione mediante osteotomie standard del mascellare e/o della mandibola con successivo riposizionamento secondo un corretto rapporto occlusale ed estetico. L’operazione viene totalmente eseguita per via intraorale ed ha una durata totale di circa due ore. Il periodo di ospedalizzazione è di circa 2-3 giorni dopo l’intervento. Il paziente può alimentarsi e parlare già dal giorno successivo all’intervento chirurgico. Il massimo del gonfiore si ha a 24-48 ore ed il risultato definitivo può essere apprezzato a tre o quattro settimane dall’intervento.

FOCUS ON Apnee Ostruttive Notturne

Cos’è la chirurgia ortognatica? 

Per capire il cuore di questo intervento è sufficiente , chiarire il significato della parola stessa, ortognatica che deriva dal grego “orthos” (retto) e “gnathos” (mascella). Cioè un intervento chirurgico che ripristina le ossa della mascella.

Perché viene eseguita la chirurgia ortognatica in caso di Osas? 

Spesso il problema delle apnee ostruttive notturne è correlato ad una malformazione dento-scheletrica che causa un restringimento eccessivo delle vie respiratorie. Quando il mento è posizionato eccessivamente indietro (profilo convesso), il passaggio di aria risulta limato e compromesso da questa malocclusione. E’ quindi necessario intervenire con un avanzamento del mascellare superiore e della mandibola di circa 10 mm con l’associazione di una mentoplastica, eseguito per via endorale, in maniera analoga agli interventi eseguiti per le anomalie dento-facciali (vedi chirurgia ortognatica).

Le percentuali di successo sono intorno al 95%. Dopo questo intervento è possibile, da subito, eliminare l’uso della CPAP. L’esecuzione dell’intervento è di stretta pertinenza dello specialista in chirurgia maxillo-facciale, che abbia anche specifiche conoscenze nel campo dei disturbi respiratori del sonno.

Qual’è l’esame per diagnosticare l’apnea ostruttiva notturna?

Per accertare la sussistenza di una Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno, si procede con un esame di tipo polisonnografico. Esso permette di diagnosticare con chiarezza non solo l’esistenza ma anche la gravità dell’OSAS.

La  polisonnografia, è quindi un test diagnostico che oltre alle OSAS è in grado di rilevare tutti i disturbi, anche i più gravi, correlati al sonno. Durante la notte, mentre il paziente dorme, una particolare strumentazione rileva e registra alcuni parametri fisiologici fondamentali, che vengono poi esaminati dal nostro medico specializzato in malattie del sonno al fine di stabilire il disturbo di cui soffre l’individuo sotto esame.

Cosa fare dopo aver effettuato un esame di polisonnografia per la diagnosi delle apnee ostruttive notturne? 

Dopo aver effettuato l’esame di polisonnografia attraverso una scrupolosa diagnosi per valutare l’origine del problema, il nostro team è in grado di garantire la risoluzione delle apnee ostruttive del sonno attraverso diverse terapie: Cpap, dispositivi endorali e percorso chirurgico che può riguardare il naso e il palato per le forme più lievi e le ossa mascellari per le forme più acute. 

Dove è possibile effettuare la visita per cura delle apnee ostruttive notturne?

L’esame di polisonnografia è effettuabile sia presso la vostra abitazione oppure presso la nostra clinica con una degenza di una notte. La visita successiva per valutare il percorso più idoneo alla cura della vostra osas, sarà effettuato presso il centro di Ortognatica Roma in via Nomentana 311 nel cuore di Roma.

 

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Il Dott. Valerio Ramieri ci parla di apnee ostruttive del sonno su Profilo Salute di Maggio 2019

 

 

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