La presenza di acufeni è spesso correlata ad un problema di malocclusione della mandibola. Scopriamo cosa fare.
Si presentano improvvisamente, in una o in entrambe le orecchie, con un ronzio fastidioso, simile ad un fischio, ad un fruscio o ad un crepitio costante. Gli acufeni sono un disturbo che per quanto passeggero, può risultare insopportabile e può portare a pregiudicare la qualità della vita di un individuo.
L’insorgenza di questo problema, pur essendo abitualmente circoscritta alle affezioni dell’orecchio, può essere determinata anche da stimoli non uditivi che partono dalle regioni della testa e del collo, e in particolare dalla mandibola.
I pazienti che presentano acufeni legati all’ATM, oltre a sintomi locali che riguardano strettamente l’articolazione (denti che si inclinano, masticazione parziale da un lato della bocca, asimmetrie facciali, malocclusioni dentarie, bruxismo, contratture ai muscoli masticatori) possono riferire una vasta gamma di sintomi. Sintomi come nausea, cefalea, dolori facciali, vertigini, dolori cervicali ma anche altri fastidi come senso di ovattamento, prurito e dolore auricolare.
La risoluzione del problema, correlata ad un’origine cranio-mandibolare, si traduce in due strade differenti. Nei casi in cui l’occlusione mandibolare sia trattabile odontoiatricamente, si procede all’ applicazione di un dispositivo intraorale, un bite gnatologico, specifico per le problematiche del paziente. Nel caso in cui invece l’occlusione sia dento-scheletrica è invece necessario intervenire chirurgicamente con un’operazione di chirurgia ortognatica. Questo tipo di intervento consiste in un avanzamento del mascellare superiore e della mandibola di circa 10 mm. L’intervento prevede la mobilizzazione mediante osteotomie standard del mascellare e/o della mandibola con successivo riposizionamento secondo un corretto rapporto occlusale ed estetico. L’operazione viene totalmente eseguita per via intraorale ed ha una durata totale di circa due ore.